Le bambole sono giocattoli polifunzionali. Sono simbolo di bellezza e di moda. Il gioco preferito dalle bambine che già da piccole iniziano a pettinarle e vestirle per questo o quell’evento. Con il passare degli anni sono diventate sempre più moderne e con dettagli più precisi e raffinati.
Invece, in questo caso, le bambole sostituiscono le persone. Letteralmente.
Ayano Tsukimi è una donna di sessantanove anni che vive in Giappone, più precisamente a Nagoro, un villaggio in una valle sull’isola di Shikoku a più di cinquecento chilometri da Tokyo.
Il suo villaggio ormai è stato abbandonato da tutti i suoi abitanti nel corso degli anni. Sono rimasti in ventisette e il più giovane è un uomo di cinquantacinque anni. Anche i paesini rurali limitrofi sono destinati a fare la stessa fine.
Ma lei non si da pace e non accetta di vedere morire il suo villaggio. Così ha iniziato a costruire bambole a grandezza naturale e a spargerle per tutto il paese, in pose quotidiane e naturali. Per esempio, per colmare il vuoto lasciato dalla chiusura della scuola ormai sette anni fa, che ha portato via tutti i bambini da Nagoro, Ayano ha messo insieme una classe di bambole sedute dietro ai banchi mentre ascoltano l’insegnante.

Adesso nel villaggio ci sono duecentosettanta bambole.