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La più grande preoccupazione di una futura mamma riguarda la salute del proprio bambino. Gli esami non finiscono mai e, durante la gravidanza, non c’è detto più azzeccato di questo. Monitorare la gestazione è importante e, per tale motivo, è necessario effettuare periodicamente dei controlli. Ogni gravidanza presenta, ovviamente, delle particolarità e, pertanto, non è facile generalizzare ma alcuni esami sono comuni un pò a tutte le future mamme.

Primo trimestre
  • Beta HCG
  • Analisi del sangue
  • Analisi delle urine
  • Ecografia
  • Test di Coombs

Il Test di Coombs è, probabilmente, quello meno conosciuto. Permette di stabilire se la mamma possiede degli anticorpi che possono distruggere i globuli rossi presenti nel sangue fetale. Questo esame permette, pertanto, di verificare la compatibilità sanguigna tra la madre e il suo piccolo.

Secondo trimestre
  • Analisi del sangue/urine
  • Amniocentesi
  • Villocentesi
  • Ecografia morfologica
  • Curva glicemica
  • Bi-Test / Tri-Test
  • G-Test
Terzo trimestre
  • Analisi del sangue/urine
  • Tampone vaginale e rettale
  • Monitoraggio del battito fetale ed eventuali tracciati

Durante il secondo trimestre, la donna effettua i controlli che creano più apprensione. Essi permettono di stabilire le condizioni di salute del bambino. L’amniocentesi e la villocentesi sono due esami invasivi trans-addominali che permettono di prelevare rispettivamente liquido amniotico e frammenti di tessuto coriale (componente della placenta) al fine di valutare la presenza di malattie cromosomiche e/o genetiche. Bi-test e Tri-test rappresentano, invece, un esame non invasivo, effettuato sul sangue materno. Esso permette di stimare il rischio di difetti o alterazioni di tipo cromosomico (Trisomia 21, difetto del tubo neurale).

Il G-Test

Il G-Test rappresenta un’alternativa più recente riguardo lo screening per le anomalie cromosomiche. In prima persona, ho scelto il test genetico per assicurarmi che la mia bambina stesse bene, affidandomi al Bioscience Institute (https://bioinst.com/). Per la futura mamma è sufficiente effettuare un semplice prelievo di sangue (a partire dalla 10esima settimana di gestazione ed entro la 24esima) all’interno del quale si trova in circolo il DNA fetale. Il campione viene, successivamente, inserito all’interno di un kit isotermico che lo trasporta fino all’istituto addetto all’analisi dello stesso. Tra le anomalie analizzate ci sono la T21, T18, T13. Il test permette di scegliere, inoltre, tra diversi livelli di approfondimento sulle anomalie cromosomiche e, di conseguenza, il prezzo sarà differente. Ognuno di essi permette di conoscere il sesso del bambino. Anche in questo caso si parla di probabilità e non di diagnosi.

Il test genetico potrebbe sembrare una scelta “comoda” per accertarsi che il proprio bambino sia in buona salute ma esistono anche coppie che preferiscono non sottoporsi ad alcuni tipo di test e attendere il momento della nascita. Questo argomento è, in verità, piuttosto complesso.

É doveroso “concedere” il dono della vita sempre e comunque o la diagnosi prenatale rappresenta un valido sostegno per la felicità di una futura vita/non vita?

Parliamone, è importante!

Alla prossima settimana.

ML

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