Se per un attimo, esco dai miei confini razionali e mi pongo ad osservare il mondo dall’alto, dimenticando di esserne parte,ciò che vedo è una intera specie,alla caotica e affannosa ricerca del benessere.Una costante che nei secoli è stata e ancora è, la meta più ambita.Naturale quindi e in quanto tale imprescindibile dall’esistenza di ognuno.Anche in questo caso però,prima di intraprendere il viaggio alla conquista del benessere,sarebbe prudente , andare alla ricerca della verità, ed essere certi,di avere le giuste coordinate per raggiungere la meta.Se scompongo la parola benessere,a seguito del termine Bene, trovo il termine Essere e da subito, mi appare chiaro che inconsapevolmente, veniamo spinti a cercare, il bene dell’essere nell’avere. Le conseguenze di questa distorta percezione, sono sotto gli occhi e nell’animo di ognuno di noi. È così,che milioni e milioni di individui comuni, impegnano buona parte dei propri sforzi,nel raggiungimento di desideri imposti dalle mode del momento. Prova tangibile ne è il fatto che esistono figure come gli influencer.Persone che svolgono,un’opera di condizionamento mentale, autorizzato e addirittura acclamato.La sola nascita e proliferazione, di simili fenomeni in una società,che si reputa senziente e libera nelle proprie manifestazioni, dovrebbe quantomeno, suggerire un errore nella rotta.Deviando la nostra attenzione, su tutto ciò che non abbiamo,ci apriamo ad accogliere quel senso di insufficienza, che si traduce, in un’ansiosa ricerca di appagamento a qualunque costo.

Lavoriamo spesso a basso costo ,per poter acquistare a cifre elevatissime ciò che noi stessi produciamo.Tenendo il focus della nostra attenzione, puntato su obiettivi esterni,elaboriamo una personalità aliena , proiettata verso un’esistenza più virtuale che reale.Così facendo rischiamo di procedere nella direzione opposta a scelte individuali e consapevoli .Schiavi dell’apparenza non riusciamo quasi più a percepire l’essenza preziosa della nostra irripetibile unicità.

Interiormente frammentati,etichettati per classi, colori e averi,angosciati dal timore di perdere le nostre traballant certezze,continueremo a vagare in cerca di un benessere, che va riconosciuto nelle semplici gioie dell’essere vivi, nel sentirsi comunque parte, di un’armonia più vasta.Quando sposteremo il focus della nostra attenzione su ciò che sentiamo di essere,sulla base dei nostri personali talenti e soggettive preddisposizioni,saremo forse, sulla rotta della serena accettazione di sé e magari riusciremo finalmente a riconoscerci uguali nel nostro essere diversi.Sarà più difficile per chi ci confeziona i nemici ad hoc spingerci sull’orlo di conflitti disastrosi che renderebbero i popoli sempre più poveri e le industrie belliche sempre più ricche e potenti.
Rossi Ernanda

Di