La FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane), organizzazione che riunisce i sodalizi partigiani legati alle tradizioni socialista e socialdemocratica, azionista, repubblicana e liberale di sinistra, festeggerà il 25 aprile anche sui Nebrodi ed in tutta la provincia di Messina, attraverso videoconferenze e iniziative domestiche di sostegno alla memoria. Secondo Antonio Matasso, docente universitario ed esponente della Fiap, da sempre impegnato nella sinistra socialista e nel Partito Radicale, «mai come quest’anno, in cui vari sovranisti e allergici alla democrazia vogliono cancellare la Festa della Liberazione col pretesto della pandemia, per ricordare qualunque altra cosa, occorre invece festeggiare i 75 anni dal rovesciamento della dittatura fascista, un regime che costituì una vergogna nazionale e mondiale. Ricordo che il proclama del 25 aprile del 1945 fu sottoscritto dai rappresentati di Democrazia Cristiana, Partito Socialista, Partito Comunista, Partito Liberale e Partito d’Azione: la Liberazione è dunque la festa di tutti i democratici, di sinistra, centro o destra. Chi la mette in discussione, lo fa perché intimamente simpatizza con chi voleva continuare a leccare gli stivali dei nazisti. E si imbarca – continua Matasso – persino in crociate contro “Bella ciao”, quasi fosse una canzone sovietica, mentre in realtà veniva intonata persino al congresso nazionale della Democrazia Cristiana del 1974. Siamo dinanzi alla stessa tipologia di stolti che vorrebbero proibire “Bandiera rossa”, canzone nata in seno al movimento mazziniano e che veniva eseguita pure ai comizi del socialista democratico Giuseppe Saragat, il quale certamente non simpatizzava coi sovietici». La Fiap, punto di riferimento per tutta la sinistra laico-riformista, ha anche aderito all’iniziativa “Libera per tutti”, organizzata sulle reti sociali da diverse associazioni e formazioni politiche nonché sindacali di Capo d’Orlando, invitando a ricordare, oltre ai vari partigiani caduti per la libertà, anche i tanti preti e pastori cristiani assassinati dal fascismo e dal nazismo. Antonio Matasso anticipa l’intenzione di omaggiare inoltre la persona di Mario Bergoglio, padre di Papa Francesco, costretto a lasciare l’Italia nel 1928 insieme ai componenti della sua famiglia, perché ferventi antifascisti.