ROMA, 29 Ottobre 2025 – Un’importante battuta d’arresto per il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina: la Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità e la conseguente registrazione della Delibera del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile, ora CIPESS), approvata lo scorso 6 agosto, che dava il via libera al progetto definitivo dell’opera.
La decisione è stata presa dalla Sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato della Corte, all’esito della Camera di consiglio. Le motivazioni specifiche del rifiuto, al momento in fase di stesura, saranno rese note entro i prossimi 30 giorni, ma le prime indiscrezioni indicano che sotto la lente dei magistrati contabili ci sarebbero state:
- Le coperture economiche complessive del progetto.
- L’affidabilità delle stime di traffico.
- La conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee che fissano il limite del superamento del 50% del costo iniziale.
- Dubbi sulla competenza stessa del CIPESS, considerato da alcuni un organo “politico”.
Reazioni Istituzionali e Prospettive Future
La notizia ha scatenato immediate e accese reazioni nel mondo politico.
- Il Governo all’attacco. Il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha parlato di una “scelta politica” e di “grave danno per il Paese”, ribadendo l’intenzione di “andare avanti” con l’opera. Anche la Presidente del Consiglio ha espresso critiche, definendo la mancata registrazione come “l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento” e legando la vicenda alla necessità di una riforma della giustizia e della Corte dei Conti.
- L’Opposizione esulta. Opposta la reazione del leader di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), Angelo Bonelli, che ha parlato di “grande vittoria dello stato di diritto”, minacciando di ricorrere alla Corte di giustizia europea nel caso in cui il Governo decidesse di proseguire.
Cosa succederà ora?
Tecnicamente, il rifiuto del visto di legittimità non ferma automaticamente l’iter del progetto, trattandosi di un atto governativo. Secondo la normativa:
- La Delibera della Corte dei Conti verrà trasmessa al Ministro competente.
- Il Consiglio dei Ministri può decidere di assumere una deliberazione apposita, ritenendo che l’atto risponda a “interessi pubblici superiori”.
- In questo caso, la Corte dei Conti è chiamata a deliberare a Sezioni Riunite e, se non riconosce la cessazione della causa del rifiuto, ordina comunque la registrazione e appone il visto con riserva.
Questo scenario, tuttavia, apre un nuovo e acceso capitolo nello scontro tra il Governo e i magistrati contabili, prefigurando una possibile continuazione dell’iter progettuale con un “visto con riserva”, una procedura che comunque espone l’amministrazione a future valutazioni sulla responsabilità in caso di danni erariali legati al progetto.

