Messina – Venerdì 10 maggio alle 17, presso la Galleria d’Arte “Lucio Barbera”, il Prof. Andrea Romano dell’Università di Messina presenterà il libro “Parole prigioniere. I graffiti delle carceri del Santo Uffizio di Palermo”. Apriranno il dibattito i saluti istituzionali del sindaco metropolitano Cateno De Luca, della dott.ssa Anna Maria Tripodo e della dott.ssa direttrice della Galeria d’Arte “Lucio Barbera”. Intervengono laprof.ssa Giovanna Fiume, curatrice e coautrice, e la prof.ssa Valeria La Motta, coautrice. Modererà l’incontro letterario la prof.ssa Fulvia Toscano, Dir. Art. Naxoslegge.

Descrizione: Il libro “Parole prigioniere. I graffiti delle carceri del Santo Uffizio di Palermo”, è a cura di Giovanna Fiume, docente dell’Università degli studi di Palermo, e Mercedes García-Arenal, componente del gruppo di ricerca di Storia culturale del Mediterraneo del Consiglio Superiore per la Ricerca Scientifica (CSIC) di Madrid.

Il volume presenta, con l’ausilio di un dettagliato dossier fotografico, gli studi condotti sui graffiti, i disegni e le iscrizioni delle carceri segrete del Santo Uffizio spagnolo in Sicilia, collocati all’interno dello Steri.

Riscoperti e studiati nei primi anni del Novecento da Giuseppe Pitrè, essi rappresentano un unicum nel loro genere e una fonte straordinaria e imprevista. Le immagini sacre, le preghiere e le citazioni di salmi e testi biblici costituiscono un vero e proprio inventario delle devozioni di Età moderna del XVII secolo. Sulle pareti del carcere sono presenti scritte in siciliano, latino, italiano, inglese ed ebraico, preghiere, citazioni di testi biblici e di salmi, notazioni sulla vita in carcere, composizioni poetiche in siciliano o italiano. Sulle mura si leggono, inoltre, nomi e cognomi, per esteso o con le sole iniziali, accompagnati spesso da una data; attraverso tali informazioni gli studiosi sono risaliti alle storie giudiziarie degli autori, conservate negli archivi madrileni, grazie alle quali è stato possibile contestualizzare e decodificare le testimonianza dei reclusi.