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Con un cauto ottimismo si può dire che l’economia italiana è in ripresa, dopo il momento buio determinato dalla pandemia da Covid-19.
La trasformazione digitale è il principale traino che sta facendo risollevare l’economia italiana, e con essa il mondo del lavoro.
Il PIL nazionale, nel 2021, è cresciuto del 6,4%. Le buone notizie però non finiscono qui, poiché le aziende stanno riprendendo ad assumere e sale il tasso di occupazione, attestatosi al 59%.
Tuttavia c’è una nota stonata, in questo quadro complessivo tutto sommato abbastanza positivo. Le aziende fanno fatica a trovare personale qualificato e dotato delle competenze richieste.
Nel mese di gennaio si è registrata una notevole sproporzione tra domanda ed offerta di lavoro, arrivata al 38,6%.
In poche parole ci sarebbe lavoro, ma manca il personale qualificato e idoneo a svolgere quel tipo di occupazione.


Secondo una ricerca Anpal e Unioncamere, nel 22,2% dei casi le aziende hanno lamentato carenza di candidati, e nel 13,4% una preparazione inadeguata.
Le principali carenze sono nel settore digitale, a causa di una scarsa formazione. Il 51,9% delle imprese di servizi informatici e delle telecomunicazioni ha evidenziato difficoltà a reperire personale dotato delle giuste competenze digitali.
Un problema però che non riguarda esclusivamente le professioni digitali, ma tutte le altre occupazioni che richiedono un certo livello di specializzazione.
Le maggiori difficoltà, in tal senso, sono state evidenziate dalle imprese di costruzioni (53,3%), industrie del mobile e del legno (53%) e industrie metallurgiche (52,5%).
La mancanza di specializzazione in determinati settori, alla quale fa seguito un’atavica mancanza del personale, è uno dei principali problemi che attanaglia da anni l’Italia.


Nello specifico le figure più difficili da reperire sono i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni.
Come risolvere il problema? Le strade da percorrere sono due. Innanzitutto tramite la formazione, che consente di creare i professionisti richiesti dal mercato. Questo è il primo step necessario per creare una cultura digitale, ma in generale per formare adeguatamente le persone e prepararle ad un mondo del lavoro che sta inevitabilmente cambiando pelle.
La seconda strada invece porta dritto alle agenzie per il lavoro, come Jobtech, specializzata nella ricerca personale qualificato per fare incontrare domanda e offerta di lavoro.


Talvolta infatti ci sono sul mercato i professionisti con le competenze tecniche e le qualifiche richieste, ma fanno fatica ad incontrarsi con le aziende.
Jobtech funge appunto da tramite tra le aziende e i professionisti, facendoli incontrare su un terreno neutro dove conoscersi a vicenda.


Jobtech si occupa della ricerca e della selezione del personale richiesto e, dopo una valutazione complessiva dei candidati, e delle loro hard e soft-skills, rilascia all’azienda una serie di profili adeguati.
Un notevole risparmio di tempo tanto per le aziende quanto per i professionisti, a beneficio dell’economia nazionale e dell’occupazione in generale.