Gio. Giu 19th, 2025

Il Sogno Eoliano Infranto: Capo d’Orlando Tradita, Milazzo Osserva (e Forse Esulta?)


Il 18 giugno 2025 non è una data qualsiasi. È il giorno in cui Capo d’Orlando e i Nebrodi hanno incassato l’ennesimo schiaffo dalla burocrazia regionale, un colpo che sa di beffa e che getta un’ombra sinistra sul futuro turistico del territorio. Con la firma dell’architetto Salvatore Lizzio, dirigente generale del Dipartimento regionale alle Infrastrutture e Mobilità, è stata revocata la procedura di affidamento per i collegamenti marittimi veloci tra Capo d’Orlando e le Isole Eolie. Un’amara realtà che, nelle gelide parole del documento ufficiale, non è altro che il recepimento dei “rilievi dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti”.

Ma andiamo al sodo: cosa significa tutto questo? Significa che un’opportunità d’oro, un ponte vitale con le perle delle Eolie, è stato mandato in frantumi non per mancanza di necessità o visione, ma per presunte “obiezioni circa il rispetto delle fasi procedurali”.

In altre parole, l’ennesimo intoppo burocratico, l’ennesima palla al piede che soffoca le ambizioni di un territorio che, nonostante tutto, continua a sperare nello sviluppo.

Ci si chiede: è possibile che, nel 2025, un progetto così cruciale per l’economia e il turismo locale si areni per cavilli procedurali? O forse, dietro questa motivazione, si nasconde una più profonda incapacità di gestire processi complessi, una disattenzione cronica verso le reali esigenze dei cittadini e degli operatori turistici?

L’Ombra di Milazzo: Chi Ride Davvero?

Mentre Capo d’Orlando si lecca le ferite, è impossibile non gettare uno sguardo a Milazzo, il porto storico per eccellenza dei collegamenti con le Eolie. Con la sua consolidata rete di aliscafi e traghetti, e interessi economici ben radicati, Milazzo ha sempre rappresentato la porta d’accesso principale all’arcipelago. La revoca dei collegamenti veloci da Capo d’Orlando non potrà che essere accolta con un sospiro di sollievo – o forse, un sorriso appena accennato – da chi ha tutto l’interesse a mantenere inalterato lo status quo.

Ci si interroga se l’Autorità di Regolazione dei Trasporti, nel sollevare queste “obiezioni procedurali”, abbia tenuto in debito conto l’impatto di tale decisione sulla concorrenza e sulla potenziale redistribuzione dei flussi turistici. O se, al contrario, abbia involontariamente (o meno) consolidato la posizione dominante di chi già detiene le redini di questi collegamenti.

Capo d’Orlando aveva scommesso su questi collegamenti veloci come volano di crescita, come strumento per agganciare il flusso turistico delle Eolie e ridare linfa a un settore che tanto ha patito. Ora, quel sogno si scontra con la dura realtà di una Regione che, evidentemente, preferisce l’immobilismo alla proattività, la carta bollata allo sviluppo.

Il messaggio è chiaro, e brucia: il futuro di Capo d’Orlando, almeno per quanto riguarda i collegamenti marittimi, è ancora ostaggio di un sistema che sembra più interessato a bloccare che a far ripartire. E l’amarezza, oggi, è tangibile come mai prima d’ora, mentre a pochi chilometri di distanza, qualcuno potrebbe star contando i benefici di questa amara sconfitta.


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