Eccoci di nuovo qua, apro e chiudo parentesi, ho già detto in altre occasioni di essere politicamente acromatica ma non perché io non abbia una mia idea ma unicamente perché penso che soprattutto in questo momento tutti dovremmo avere uno scopo comune: il benessere e la sopravvivenza di ognuno di noi.
Che questo sia una conseguenza di scelte dovute alla destra o alla sinistra sinceramente dal mio punto di vista non ha molta importanza. Come ripeto incessantemente (e continuerò a farlo fino allo sfinimento) ciò che conta veramente non sono le parole ma quello che fattivamente chi è rappresentante delle istituzioni realizza!
A tal proposito vi voglio riportare qui di seguito una lettera di cui sono venuta a conoscenza da pochissimo:

“Gent.le Sindaco, spero vivamente che questa settimana, simbolica e importante dal punto di vista religioso e della fede, sia di buon auspicio per superare questa fase emergenziale.
AugurandoTi una Santa Pasqua, in questa situazione difficile, non posso non pensare alle categorie più fragili, quelle costrette come tutti a vivere le restrizioni imposte per contenere la diffusione del coronavirus, ma molto vulnerabili, poiché affette da disabilità.
Emerge da uno studio/sondaggio effettuato dall’Avv. Calogero Alessio Russo F., tramite internet tra i suoi assistiti (residenti principalmente a Messina e provincia, ed in misura minore in altre province siciliani o altre regioni), che le famiglie affrontano in modo ancor più solitario e difficoltoso questo momento di emergenza, in quanto i servizi sociali, che dovrebbero seguire, chiamare, dare suggerimenti, agire da conforto e ascolto, spesso non riescono ad attivare queste forme di assistenza.
In una situazione d’emergenza è ancora più difficile restare giorni e giorni con un disabile psichico, che richiede attenzioni continue, soprattutto quando si è confinati in un appartamento, senza neanche la possibilità di accesso ad un giardino.
Sono sicura che già avrai sollecitato alle cooperative e/o agli assistenti sociali, che operano nel tuo comune, la necessità di garantire anche a “distanza” questi servizi indispensabili agli assistiti, una telefonata per chiedere come procedono le giornate, per suggerire l’agire quotidiano, quantomeno per rappresentare la vicinanza.
Gesto indispensabile per chi sente maggiormente il peso di questa condizione delicata e complessa.
Un’altra situazione che appesantisce la gestione giornaliera dei disabili è quella relativa alla limitazione dei movimenti, spesso le passeggiate giornaliere per questi soggetti sono un rito, una forma distensiva, le limitazioni imposte, che obbligano i soggetti a rimanere nei pressi del proprio domicilio, possono contrastare con le esigenze terapeutiche prescritte dai medici competenti.
Sono sicura che, nei casi più complessi, tu abbia già previsto, sempre nel rispetto della norma, una maggiore flessibilità e comprensione.
Ti ringrazio per l’attenzione e rimango a tua disposizione e al servizio della tua Comunità.
Distinti Saluti Antonella Papiro.”

Intanto mi sembra doveroso ringraziare con cuore sincero la deputata che si è presa la briga di pensare anche alle persone meno fortunate, quelle stesse persone che socialmente vengono messe da parte e che per paura, per ignoranza o per stupida superiorità vengono guardate con occhi diversi, e bene, vorrei dire a tutti voi che la disabilità è un mondo da scoprire, oltre quello che vedete all’apparenza c’è una vita da vivere.
Sapete cosa mi sembra assurdo?
Che tutto sommato posso farmi una ragione del fatto che io possa non avere una voce “risonante” e dunque non essere presa in considerazione, ma che un personaggio pubblico e con un ruolo importante come quello di Antonella Papiro non abbia ricevuto la dovuta attenzione con un’analisi e una valutazione scrupolosa di ciò che chiedeva diventa davvero preoccupante!
Solo sei testate giornalistiche hanno pubblicato questa lettera, fra cui quella della mia stessa rubrica e mi chiedo quale sindaco abbia realmente attuato ciò che richiede la deputata.


Davvero siamo arrivati a questo? All’indifferenza totale verso una categoria di persone che purtroppo a parte i problemi psichici possono avere anche problemi fisici e sensoriali?
Non ci rendiamo neanche conto di cosa vuol dire dover affrontare già questo mondo in tempi normali con le limitazioni fisiche che la propria disabilità pone, ma doverlo fare in questo modo paradossale e in più da soli senza poter contare sull’aiuto di nessuno, neanche dei propri famigliari o del prossimo, è davvero orribile.
Mi ero già proposta nel mio piccolo di poter fare qualcosa per chi si trova in una situazione peggiore della mia perché non tutti abbiamo la grinta e riusciamo a trovare la forza in noi stessi per poter andare avanti. Qualsiasi gesto che si fa per una persona più fragile, con sincerità e amore, da la speranza di poter credere che qualcosa di migliore possa avvenire e di poter avere ancora qualcosa di bello e di importante che ti dia la voglia di vivere.
Pochi istanti donati con affetto che per te possono sembrare nulla, per qualcun altro possono essere tanto, pochi millesimi di secondo che per te possono essere fugaci, per qualcun altro possono significare l’eternità.
Dal mio punto di vista la burocrazia a volte ci rinchiude in una gabbia e quello che potrebbe essere fatto con facilità nell’aiutare gli altri diventa all’improvviso più complicato. Vogliamo poi soffermarci sugli sguardi indiscreti di indifferenza, superiorità, cattiveria, emarginazione, insensibilità e umiliazioni che chi si trova in una condizione di disabilità deve subire? Quindi che ben venga che qualcuno volga lo sguardo verso questo problema, perché ogni momento dedicato con sensibilità e amorevolezza serve a non far sentire sole ed isolate le persone diversamente abili perché alcuni momenti di sconforto e fragilità ti fanno vivere la tua solitudine con più dolore.
Il mio traguardo è quello di poter allargare questa gabbia e di poter essere accettata così come sono, con le mie limitazioni, con la mia diversità che mi rende un po’ speciale e anche unica.
Dal mio punto di vista tutto il mondo della disabilità dovrebbe ringraziare chiunque volga lo sguardo su di esso e dunque dal più profondo del cuore ringrazio Antonella Papiro.


Voglio concludere con una citazione di Papa Francesco
“La mancanza di salute e la disabilità non sono mai una buona ragione per escludere o, peggio, per eliminare una persona; e la più grave privazione che le persone subiscono non è l’indebolimento dell’organismo e la disabilità che ne può conseguire, ma l’abbandono, l’esclusione, la privazione di amore”