Ho un’età per la quale, oltre ai grandi classici del cinema e della musica, posso attingere per le mie citazioni anche a frasi e dialoghi dei cartoni che guardavano i miei ragazzi; in un dialogo tratto da “Il pianeta del tesoro”, il Signor Arrow chiedeva: “Sono stato chiaro, signor Scroop?!?” “Trasparente!!!”.

Ecco, Marco Sonaglia, e per lui Salvo Lo Galbo cha ha scritto i testi, è davvero trasparente in questo nuovo disco dal titolo “Ballate dalla grande recessione”, tanto da risparmiare al recensore la fatica di spiegare le canzoni citandole una ad una…

Perché davvero i testi, curvati e magistralmente adattati alla musica, arrivano diretti e comprensibili nel loro significato nonostante l’utilizzo di un linguaggio alto, a volte aulico, e di qualche parola arcaica.

A volte addirittura infastidendo, o per meglio dire disturbando, l’ascoltatore non per demerito, ma perché descrivono storie e situazioni troppo spesso volutamente messe da parte solo perché scomode per la nostra coscienza, o solo perché si consumano fuori dalla nostra comfort zone, come ad esempio la tragedia dei profughi di cui parla, dritto e secco come un pugno tirato allo stomaco, il brano di apertura “Primavera a Lesbo”, che cito sugli altri perché come inizio mette subito in chiaro quale sarà il tenore dell’intero disco. 

Rime audaci e non banali, parole piegate alla metrica, versi spezzati secondo la figura retorica dell’enjambement,  più volte ripetuta nelle 10 canzoni che formano il disco, a raccontare personaggi specifici per ciascun brano (da Claudio Lolli a Stefano Cucchi o Franceska Mann) o storie ed argomenti scottanti.

Canzoni musicalmente semplici, pochi strumenti, giusto chitarre, armonica, qualche tastiera, tocchi di violoncello ed un pizzico di elettronica qua e là, per un album di puro Folk-Rock italiano, politico e sociale come quelli degli anni ’60, ma come oggi è raro trovare.

Schietto e profondo, e musicalmente onesto e funzionale, questo album, frutto del connubio tra il cantautore marchigiano ed il poeta siciliano viene, per Sonaglia, dopo due album solisti, altri due con i “Sambene” ed un CD di musiche per l’infanzia, ed aggiunge parecchi argomenti al sempre acceso dibattito delle relazioni tra musica e poesia; di certo, se i risultati sono questi, non credo sia poi tanto utile perdere tempo a questionare in merito, molto meglio concentrarsi all’ascolto e godere del valore di entrambe.

Rino Bonina